Sommario

In Veneto si ravvisano importanti evidenze di sfruttamento in diversi ambiti (sessuale, lavorativo, accattonaggio, economie criminali, matrimoni forzati). La Regione Veneto, di concerto con i partner progettuali, fa proprio l’obiettivo strategico della lotta alla tratta e allo sfruttamento e la tutela dei diritti delle vittime, assumendosi la governance progettuale al fine di favorire nel territorio di competenza la cultura della legalità e uno sviluppo sociale sostenibile. Il progetto conta su un ampio partenariato tra servizi sanitari e socio-sanitari, Autorità Giudiziaria e di Polizia, organi di vigilanza del lavoro e l'azione sociale del privato e del pubblico, finalizzato alla definizione e condivisione delle azioni volte a garantire l’implementazione e il consolidamento di un sistema unico e integrato di emersione e assistenza alle vittime di tratta e/o sfruttamento, attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno, al fine di garantire l'accesso ai diritti di tutte le persone coinvolte, indipendentemente dal loro status giuridico, dalla loro età, nazionalità, genere e tipologia di sfruttamento. Si intende così garantire la prevenzione di tali condizioni di vulnerabilità, nonché l’assistenza alle persone coinvolte nei fenomeni della tratta e di sfruttamento, in base alle indicazioni contenute nel DPCM del 16 maggio 2016, con particolare attenzione all’orientamento di genere.
In virtù della ampia e collaudata rete di partenariato, il progetto intende contribuire a contrastare le organizzazioni criminali dedite e tali reati. Assume come paradigma di riferimento l’approccio del lavoro multiagenzia e multidisciplinare orientato alla tutela dei diritti umani e all'empowerment dei soggetti beneficiari, garantendo un approccio etno-psicologico. Il raggiungimento degli obiettivi sarà garantito dall'apporto delle equipe di progetto multidisciplinare, composte da 61 figure professionali con competenze in ambito sociale, psicologico, nella mediazione transculturale e nei diritti umani. Il personale impiegato ha competenze specifiche maturate nel corso delle attività promosse dalle precedenti progettualità. La professionalità degli stessi si è arricchita anche grazie alla partecipazione alle iniziative di aggiornamento sui fenomeni e sugli interventi promossi dal numero verde antitratta e dai progetti trasnazionali.
I gruppi di lavoro saranno articolati in tre settori di intervento: contatto ed emersione, assistenza e inclusione sociale e si avvarranno del contributo operativo di 7 staff tematici di progetto sui temi della formazione e lavoro, del diritto all’abitare, della tutela della salute; del benessere psicosociale, dell’interculturalità, della comunicazione, della tutela socio-legale. In ogni territorio provinciale i comuni capoluogo di provincia  in raccordo con l’unità di coordinamento promuoveranno il rafforzamento della rete dei servizi pubblici e privati in ottica multi-agenzia, raccordandosi il più possibile, nella lettura ed osservazione dei fenomeni, con gli Ambiti Territoriali Sociali; in tale prospettiva, l’azione di integrazione con i diversi Ambiti Territoriali Sociali potrà essere sviluppata attraverso confronti e scambi anche in occasione degli incontri dei Tavoli Povertà e Inclusione sociale previsti dai Piani di Zona, nonché in specifici sottogruppi tematici ad essi afferenti.
Gli osservatori provinciali si integreranno poi a livello regionale e nazionale.
Questa organizzazione progettuale garantirà:
  1. il contatto e la valutazione complessivamente di 2.500 persone tra la popolazione a rischio di grave sfruttamento in vari ambiti o potenziali vittime, di cui 300 tra di i richiedenti e/o titolari protezione internazionale;
  2. di attivare la pronta assistenza e la presa in carico finalizzata all’avvio del Programma Unico di assistenza e integrazione sociale per 150 persone vittime di tratta e sfruttamento;
  3. di favorire il collegamento finalizzato alla presa in carico da parte dei sistemi di confine (Protezione internazionale, minori stranieri non accompagnati, violenza di genere, servizi sociali e socio-sanitari territoriali)
  4. di promuovere, all’interno del sistema, l’inclusione attiva delle persone che beneficeranno del programma di protezione sociale N.A.V.I.G.A.Re, attraverso uno o più dei dispositivi del progetto: alfabetizzazione linguistica, formazione professionale, socializzazione con la comunità locale, inserimento nel mondo del lavoro, inserimento in idonee strutture protette del territorio se necessario, autonomia abitativa, regolarizzazione, tutela socio-legale, supporto psicosociale.

Metodologia

Il progetto promuove la più ampia diffusione di corrette informazioni tra le persone in condizioni di vulnerabilità potenzialmente vittime di tratta e/o grave sfruttamento, al fine di accrescere le competenze in tema di tutela e prevenzione sanitaria, la conoscenza della legislazione vigente in Italia con particolare attenzione alle norme che regolano la presenza di stranieri nel territorio nazionale e i contratti di lavoro, nonché l’accesso ai servizi pubblici. Inoltre, attraverso attività di contatto delle popolazioni a rischio, la realizzazione di azioni proattive multiagenzia e la reperibilità h 24/365 giorni all’anno, in stretto raccordo con il Numero Verde Antitratta, fornisce tempestivo avvio della valutazione delle condizioni di rischio, l’analisi della domanda di aiuto e della necessità di pronta accoglienza in emergenza per le potenziali vittime di tratta e/o grave sfruttamento. Inoltre il progetto predispone, ove necessario, la pronta accoglienza in un contesto protetto per le persone beneficiare al fine di rispondere ai bisogni primari, di fornire informazioni sui diritti e doveri, di orientare la persona verso una ridefinizione del proprio progetto migratorio. Si garantirà un periodo di riflessione di 60/90 giorni. Con i soggetti che possono e scelgono di aderire ad un programma di inclusione attiva si valuterà, a partire dal superiore interesse del beneficiario, quali tra i sistemi a cui può accedere sia il più tutelante e il più adatto a rispondere ai bisogni e ai desiderata del soggetto e si attiveranno tutte le procedure necessarie a garantirne la presa in carico. Per coloro che scelgono di intraprendere un programma di protezione sociale, sarà strutturato un Progetto Educativo Individualizzato, della durata di 12 mesi fino ad un massimo di 18, in accoglienza residenziale o territoriale differenziata per tipologia di target (neo-maggiorenni, madri con bambino e adulti con elevata autonomia) e con misure di rafforzamento relative a orientamento, formazione, inserimento lavorativo, assistenza psicologica e consulenza legale. Ogni progetto educativo individualizzato sarà monitorato e valutato in stretto raccordo tra il project manager, titolare della presa in carico (individuato fra rappresentanti degli Enti Locali e degli enti attuatori) ed il soggetto gestore dell’accoglienza; verrà inoltre valorizzato il lavoro di rete con i partner del progetto ed enti pubblici e del privato sociale, che per mandato istituzionale o mission possano risultare una risorsa al fine della progettazione di azioni specifiche nell’ambito dei progetti individuali. Tutte le azioni saranno realizzate con approccio multidisciplinare in stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine e l’Autorità Giudiziaria al fine di rispondere ai bisogni di sicurezza delle vittime. Il progetto assume come paradigma di riferimento l’approccio del lavoro multiagenzia e multidisciplinare orientato alla tutela dei diritti umani e all’empowerment dei soggetti beneficiari, garantendo un approccio etno-psicologico. Il progetto inoltre è previsto all’interno del atto di programmazione regionale per il contrasto alla povertà adottato con DGR n. 593/2022 in cui vengono individuati specifici rafforzamenti del sistema di interventi e servizi sociali di contrasto alla povertà. Esso va inteso pertanto come una misura inserita in un quadro di riferimento più ampio che comprende quello nazionale ed europeo